3 aprile 2014
 
Il valore creato dalle imprese sociali di inserimento lavorativo

Il valore creato dalle imprese sociali di inserimento lavorativo

Abstract

L’articolo affronta il tema della misurazione del valore creato dalle imprese sociali di inserimento lavorativo, basandosi sui risultati di una ricerca empirica. L’analisi presentata è suddivisa in due parti: la prima inerente al valore economico che le imprese di inserimento lavorativo producono a favore della Pubblica Amministrazione; la seconda inerente alla valutazione della soddisfazione dei lavoratori svantaggiati inseriti al lavoro. L’analisi è condotta su un campione di 29 cooperative sociali di tipo B, con riferimento l’anno 2010.

Obiettivo dell’articolo è duplice:

  • presentare il modello di valutazione economica (VALORIS) in tutte le sue variabili, basato sull’analisi costi/benefici e adattato alle realtà aziendali considerate;
  • presentare e analizzare i risultati dell’analisi condotta, sia in termini economici nei confronti dello stakeholder pubblico, sia in termini sociali nei confronti dei lavoratori svantaggiati inseriti nell’anno di riferimento.

I risultati attesi sono particolarmente rilevanti soprattutto per la prima parte della ricerca, l’articolo presenta infatti un metodo innovativo, aziendale, applicabile e replicabile che consente alla singola impresa di valutare l’impatto economico nei confronti della Pubblica Amministrazione e di utilizzare tale risultato nel dialogo con essa. L’unione della valutazione economica a quella sociale dà inoltre un importante panorama sui metodi di valutazione applicabili alle imprese sociali di inserimento lavorativo e al quadro che da essi deriva.


The article discusses the issue of measuring the value created by Work Integration Social Enterprises (WISEs), and it is based on the results of an empirical research. The analysis is divided into two parts: the first relating to the economic value that WISEs create for the Public Administration, the second relating to the evaluation of the satisfaction of disadvantaged workers integrated at work. The analysis is conducted on a sample of 29 WISEs and 746 disadvantaged workers, with reference the 2010.

The aim of the paper is twofold:

  • to present the model of economic evaluation (VALORIS) in all its variables, based on the cost/benefits analysis and adapted to WISEs;
  • to present and analyse the results of the analysis, both in economic terms (as to the public stakeholders) and in social terms (as to the disadvantaged workers integrated at work).

The expected results are of particular importance especially for the first part of the research, the article presents an innovative, applicable and replicable model that allows the WISE to assess the economic impact created for the Public Administration and to use that result in the dialogue with it. The combination of economic evaluation with the social one also gives an important view of the evaluation methods applicable to the WISEs and the framework that derive therefrom.

 

Introduzione

Il settore considerato nel presente paper è quello delle imprese sociali di inserimento lavorativo, attualmente tra i più importanti attori nella promozione dell’inclusione al mondo del lavoro. A livello comunitario l’economia sociale e le imprese sociali sono state definite ottimi esempi nel garantire lavoro ai gruppi di soggetti svantaggiati. Per le persone normalmente escluse dal mercato del lavoro, le opportunità di impiego offerte dalle imprese sociali sono ottimi percorsi verso la più ampia integrazione nella società (Borzaga, Ianes, 2006; Breda, 2009; European Commission, 2005; European Commission, 2006; European Parliament, 2009; Davister, Defourny, Gregoire, 2006; Defourny, Nyssens, 2008; Nicholls, 2006; Scalvini, 2006).

Le imprese sociali di inserimento lavorativo sono presenti in tutta Europa con diverse caratteristiche e forme legali, in Italia esse assumono prevalentemente la forma di cooperativa sociale di tipo B, secondo la Legge 381/91. Le cooperative sociali di tipo B possono svolgere qualsiasi tipo di attività, ma devono necessariamente impiegare una percentuale di soggetti ritenuti svantaggiati; secondo la norma si tratta di invalidi fisici, psichici e sensoriali, ex-degenti di istituti psichiatrici, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione. La realtà dimostra1 che le cooperative sociali di tipo B, soprattutto negli ultimi anni, accolgono diverse tipologie di svantaggio, più ampie di quanto previsto dalla normativa, ad esempio donne sole con figli a carico, extracomunitari, persone che, dopo una certa età, perdono il lavoro, ecc., senza che ciò sia riconosciuto da particolari normative o comunque senza particolari incentivi di tipo economico per tali inserimenti (Borzaga, Zandonai, 2009; Venturi, Zandonai, 2012).

A sostegno delle cooperative sociali vi sono alcuni interventi diretti degli enti pubblici, basti ricordare che la Legge 381/91 prevede che gli stessi, anche in deroga alla disciplina in materia di contratti della Pubblica Amministrazione, possano stipulare convenzioni con le cooperative sociali di tipo B per la fornitura di beni e servizi diversi da quelli socio-sanitari ed educativi il cui importo stimato sia inferiore a determinati importi. Questo ha determinato, dal 1991 ad oggi, una crescita dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, soprattutto nei settori della manutenzione del verde e delle pulizie, numericamente i più rilevanti per la cooperazione sociale. A ciò si aggiunga il riconoscimento di alcune esenzioni fiscali e defiscalizzazioni riconosciute alle suddette imprese. Se da un lato la Pubblica Amministrazione esternalizza diversi servizi alle cooperative sociali di tipo B, dall’altro sembra importante sostenere un miglioramento nei rapporti e nella trasparenza degli stessi, al fine di incentivare il legame tra le due realtà e consentire alle cooperative di raggiungere in maniera più estesa il proprio obiettivo finale: l’inserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro. Per fare in modo che questo avvenga, si ritiene fondamentale dotare le cooperative e gli stakeholder esterni, tra cui la Pubblica Amministrazione stessa, di strumenti di valutazione che consentano di misurare l’effettivo risultato raggiunto e il valore creato dalle cooperative stesse. Gli strumenti di valutazione sono elemento fondamentale per guidare le scelte di tipo economico e, nel caso specifico, sociale, assistenziale e sanitario.

Diverse ricerche, nazionali ed internazionali (Davister, 2004; Dussart, Grosjean, Hamende, Toussaint, 2003; Gregoire, Platteau, 2005; Jadoul, 2000; Marée, 2005; Nicaise, Lauwereys, Matheus, 2000; Marocchi, 1999; Simon, 1998), hanno analizzato i metodi di valutazione dell’impatto delle imprese sociali di inserimento lavorativo, impatto che deve essere analizzato sotto vari punti di vista, dato che il loro prodotto è perlomeno duplice: la creazione di prodotti/erogazione di servizi e l’inserimento lavorativo. Gli aspetti da considerare sono molteplici: la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda; l’efficacia dell’attività svolta (percorsi di inserimento andati a buon fine); gli effetti sulle persone (miglioramento delle competenze, della propria situazione economica, della qualità della vita in generale); gli effetti sul capitale sociale creato e gli effetti esterni, sulla collettività e sugli stakeholder pubblici.

Tra gli effetti elencati, i due analizzati nel presente studio sono il valore economico creato e distribuito dalle cooperative sociali di tipo B alla Pubblica Amministrazione, e il valore sociale riconosciuto ai soggetti svantaggiati inseriti al lavoro.

Il presente articolo è dunque suddiviso in due parti.

  • La prima inerente al valore economico creato dalle cooperative sociali di tipo B per la Pubblica Amministrazione. Sarà presentato nel dettaglio un modello di valutazione basato sull’analisi costi/benefici (VALORIS2) che consente di misurare in maniera precisa e periodica il risparmio che l’impresa sociale garantisce all’ente pubblico. VALORIS rappresenta una modalità concreta di monetizzazione dell’impatto della cooperazione sociale di tipo B, e può essere impiegato nell’adozione di metodi internazionalmente riconosciuti come il Social Return on Investment (SROI)3. A seguito della presentazione del modello, saranno analizzati i risultati della sua applicazione su un campione di 29 cooperative sociali di tipo B nel 2010.
  • La seconda inerente al valore sociale creato dalle cooperative sociali di tipo B in favore dei propri lavoratori svantaggiati, considerando principalmente la loro soddisfazione e motivazione. L’analisi è stata condotta tramite un questionario5, sottoposto ai lavoratori delle suddette 29 cooperative sociali di tipo B, di cui saranno presentati i risultati.

Le conclusioni attese sono la monetizzazione dell’impatto economico verso la Pubblica Amministrazione e la valutazione dell’impatto sociale verso i lavoratori creati dalle cooperative coinvolte nell’analisi.

 

L’impatto economico nei confronti della Pubblica Amministrazione

 

Metodologia

L’analisi degli effetti economici sui budget pubblici è stata condotta tramite la creazione di un metodo di valutazione VALORIS che si basa sull’analisi costi-benefici. In questo caso i costi e benefici sono quelli derivanti dalla presenza di una cooperativa sociale di tipo B che inserisce soggetti svantaggiati al lavoro. Per definire le variabili sono stati considerati gli studi sul tema (Marocchi, 1999; Marée, 2005; Jadoul, 2000) con la differenza che le precedenti analisi miravano a definire i benefici di un gruppo di aziende, nel medio periodo e su una specifica area, regione o territorio. VALORIS si basa su variabili di tipo aziendale, calcolate anno per anno e provenienti da fonti informative interne. Per la definizione dei fabbisogni informativi e per la raccolta dei dati presenti nelle aziende, sono stati coinvolti 12 imprenditori sociali. È stata inviata loro la bozza del modello di valutazione, chiedendo la loro opinione sulla fattibilità e replicabilità dei calcoli. Raccolte le risposte, il modello è stato rivisto e sottoposto nuovamente agli imprenditori, al fine di renderlo definitivo. Sono inoltre state condotte interviste con rappresentanti della Pubblica Amministrazione (responsabile ASL, assessori ai servizi sociali, assistenti sociali, responsabile Nucleo Integrazione Lavorativa) al fine di migliorare il modello. Il risultato, definito con la partecipazione di diversi stakeholder, è VALORIS: uno strumento aziendale che la singola impresa può presidiare, comprendere e utilizzare annualmente, come metodo di auto-valutazione e come strumento di comunicazione verso l’esterno.

Partendo dalla letteratura sul tema (Chiaf, Giacomini, 2009; Marocchi, 1999; Marée, 2005; Jadoul, 2000), sono stati definiti i seguenti effetti economici delle cooperative sociali di tipo B sui budget pubblici. I benefici che le cooperative sociali di tipo B creano per i budget pubblici sono:

  • imposte sui redditi versate da parte dei lavoratori svantaggiati;
  • IVA prodotta dai lavoratori svantaggiati;
  • spese pubbliche evitate grazie al miglioramento delle condizioni dei soggetti inseriti: servizi sociali e sanitari, reddito minimo da garantire, pensione d’invalidità, ecc.

Costi per i budget pubblici:

  • esenzioni fiscali per le cooperative sociali;
  • contributi pubblici garantiti alle cooperative sociali per il reinserimento delle persone al lavoro.

In base a ciò le variabili sono state adattate al contesto analizzato, il territorio delle imprese del campione: la Provincia di Brescia e la Regione Lombardia. Inoltre, grazie alle interviste condotte con gli imprenditori e i rappresentanti della Pubblica Amministrazione, è stata identificata la modalità per calcolare il costo per la stessa e per la società di un soggetto svantaggiato disoccupato, basato sul reddito minimo che lo Stato dovrebbe garantirgli per vivere.

L’analisi costi-benefici si basa dunque sulla seguente formula:

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  • VAT: IVA creata dal lavoro del personale svantaggiato
  • STW: Contributi erogati dalla Pubblica Amministrazione alla cooperativa
  • TEW: Esenzioni fiscali garantite alla cooperativa
  • TPI: Imposte sul reddito persone fisiche
  • SAP: Risparmio per posizioni alternative del soggetto svantaggiato. Grazie al lavoro, la persona non usa (o riduce l’utilizzo) di strutture pubbliche quali ospedali, comunità terapeutiche, carcere, ecc.
  • MVI: Minimo reddito vitale
  • EPW: Spese sostenute dalla cooperativa a favore dei soggetti svantaggiati (mensa, medicine, affitto, ecc.)
  • IDP:  Interruzione della pensione di invalidità
  • COS: Defiscalizzazione dei contributi e degli oneri sociali sui salari dei soggetti svantaggiati.
  • STP: Contributi pubblici ottenuti per il singolo soggetto

VALORIS è composto da diverse pagine, una riguardante il valore creato dall’azienda (Figura 1) e una per ogni classe di svantaggio (Figura 2). Oltre alle 5 classi di svantaggio previste per la legge italiana, nella ricerca è stata considerata la classe di soggetti non certificati, ma “segnalati” dalle Amministrazioni Pubbliche per generico disagio sociale, categoria che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni piuttosto rilevanti e che rientra nella definizione di svantaggio data dall’Unione Europea (European Commission, 2008).

chiaf01Figura 1: La pagina AZIENDA di VALORIS

chiaf02Figura 2: Esempio di una pagina relativa alle classi di svantaggio di VALORIS

Elisa Chiaf Università degli Studi di Brescia, Centro Studi Socialis